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Tokyo in autunno

Visto che dovevo andare in Nuova Zelanda, ho pensato bene di spezzare il lungo viaggio fermandomi a trovare I miei Amici di Tokyo Taku e Ari. Il mio viaggio è iniziato poco dopo che Taku è andato via dall’Italia dopo essere stato con me a spasso con un camper enorme. Ma questo lo racconto in un altro articolo.

Sono partito dall’Italia agli inizi di Novembre, nella speranza di azzeccare il periodo giusto per godere dei bellissimi colori di cui si vestono le piante in Giappone nel periodo autunnale.

Taku gentilissimo come sempre è addirittura venuto a prendermi in aeroporto, accompagnandomi poi a pranzo, in uno dei posti da lui preferiti per gustare l’anguilla (unagi), sapendo che l’adoro. Devo dire che era squisita, me la sono gustata fino all’ultimo chicco di riso. Nella foto in alto a destra c’è una specialità, che portano come aperitivo e sono lische di sarde fritte. Anche loro sono finite nel buco nero che avevo nello stomaco dopo che ero stato a spasso per 18 ore. Devo dire che non sono male.

Soprattutto il ristorante era proprio di quelli tradizionali, con tatami senza sedie e tavoli bassi.

Come inizio è stato ottimo, oltretutto il clima era anche piuttosto caldo. Una bella fortuna! Ho passato poi il pomeriggio a gironzolare per la città per ambientarmi di nuovo a questo paese. La sera poi sarei andato a cena al ristorante di Ari “Le Ginglet“.

Dovete sapere che secondo me, Ari è un genio della cucina. Sa miscelare la cultura del cibo giapponese con quella di altre culture, come quella francese ed italiana utilizando formaggi, funghi e tartufi in un modo che non avevo mai provato prima. Solo a scriverne mi viene l’aquolina in bocca.🥴

In fatti lo chiamo Ari tensai san e lui ci ride su, tensai vuol dire genio. Senza contare poi che da lui si possono assaggiare fantastici formaggi e vini provenienti dall’Europa. Infatti quando ero in crisi d’astinenza da latticini sapevo dove andare. Bene! Dopo questa bella pubblicità mi farò offrire una cena…😋😋😋

Mi mancano le cene con loro, erano sempre molto divertenti con gente nuova ogni sera. Va bè…si sa mai che quando torno dalla Nuova Zelanda passo di li a fare un saluto.

Tornando al viaggio; il giorno dopo siamo andati tutti, accompagnati da Tomoko, una gentilissima ragazza che come me ha una grande passione nello scovare ristoranti speciali, a fare un giro in una azienda dove si produce birra e sakè artigianali, la KUMAZAWA Shuzo All’inteno si può vedere come producono entrambe le bevande, fare un giro nel negozio molto particolare di souvenir e ovviamente fermarsi al ristorante per degustare ottime pietanze, ma sopratutto ottimi sakè.

Prima però Tomoko ci ha portati al tempio, Samukawa Shrine che oltre a essere molto bello, proprio in quel giorno si festeggiava una ricorrenza la:

Shichi Go San  (letteralmente Sette Cinque Tre) è il nome della festività nata durante l’epoca Edo e ancora oggi molto sentita.
All’epoca infatti il tasso di mortalità infantile era altissimo a causa delle scarse condizioni igieniche e delle malattie. Per questo motivo raggiungere i 3, 5 e 7 anni rappresentava un traguardo importantissimo per un bambino e per tutta la sua famiglia.
Da allora l’usanza di festeggiare la sana crescita dei bambini si è diffusa tra la popolazione giapponese, e ha assunto una ritualità che si tramanda nel tempo. I bambini di quelle età, vengono vestiti con gli abiti tradizionali e portati ai templi per una cerimonia di benedizione, dove i familiari colgono l’occasione per fare loro molte fotografie da distribuire poi ai parenti.

Vedere dei bambini cosi piccini vestiti con hakama e haori e le bambine con i loro kimono faceva tenerezza. Erano bellissimi.

Peccato piovesse a dirotto, non sono riuscito a fare molte foto, ne sarebbero uscite di molto belle.

Il giorno dopo mi sono alzato di buon ora per andare a vedere il Koishikawa Kōrakuen Garden nella speranza di vedere aceri e altre piante dalle foglie colororate.

Ma purtroppo nonostante il giardino fosse bellissimo le piante non erano colorate come speravo.

Però ho beccato una coppietta di novelli sposi che facevano le pose per il fotografo.

La giornata è proseguita a spasso per la città alla scoperta della zona di Suidobashi dove c’è il Tokyo Dome, un enorme stadio di baseball coperto.

Tutto in torno c’è un parco giochi e le montagne russe salgono e attraversano il tetto di un centro commerciale.

Lo stadio ha una capacità di 55000 persone. Oltre alle partite di baseball viene utilizzato per calcio , football, combattimenti di K1 (arti marziali miste), wrestling giapponese e kickboxing.

Mi sono trovato poi con Taku al quale avevo chiesto di poter partecipare a uno spettacolo di teatro Kabuki, dopo essersi stupito della mia richiesta mi ha organizzato la serata, portandomi in piccolo teatro frequentato solo da giapponesi. Adoro questi privilegi.

Purtroppo non mi è stato permesso di fare fotografie durante lo spettacolo per non disturbare gli attori. E’ stato interessante, i suoni erano fatti da alcuni musicisti che con dei tamburi tradizionali e suoni gutturali accompagnavano le percussioni. Il parlato degli attori come i movimenti erano lenti e molto precisi, fortunatamente nel pomeriggio ho avuto la possibilità di leggere la storia, altrimenti non avrei capito un tubo. Taku era visibilmente annoiato anche se non aveva mai partecipato a uno spettacolo di questi, ed io posso dire che è stato interessante, e mi è bastato.

Il giorno dopo ero deciso a trovare un posto dove fare belle foto autunnali. Così ho deciso di recarmi al Arakurayama Sengen Park Luogo dove è stata fatta una delle foto più famose del Giappone che raccoglie il monte Fuji, il tempio Arakurayama e i ciliegi in fiore. Volevo immortalare gli stessi elementi ma con i colori autunnali.

In parte ci sono riuscito. Peccato che mancava il monte Fuji come sfondo. Nascosto dietro le nuvole, rende questa foto molto meno suggestiva, uffa! Comunque, nonostante la giornata grigia qualche bella foto sono riuscito a farla.

Grazie alle istruzioni di Tomoko sono riuscito a cucinare i piatti in fotografia, stupendo i commensali con la mia abilità improvvisata di cuoco giapponese.😅😅La cosa è stata molto divertente, anche se alla fine io e i mie vestiti siamo finiti da lavare.

Metà novembre è ancora troppo presto per vedere pienamente i colori che questo paese può offrire, ma comunque qualche soddisfazione me la sono tolta. Sono potuto così tornare a Tokyo, per la cena che Tomoko ha organizzato per noi in un ristorante dove ci si cucina le pietanze al proprio tavolo “teppanyaki.”

E stato molto divertente cucinare tutti insieme, Tomoko mi ha insegnato a fare le takoyaki (palline) usando lo stampo e la okonomiyaki, una specie di frittata. Non mi sono venute niente male, ho un futuro come cuoco, forse…

Le giornate sono passate in fretta. Anche questa volta ho goduto di ogni attimo passato a Tokyo con i miei nuovi amici. Avendo deciso di stare quì solo qualche giorno però, eravamo agli sgoccioli e così Ari e Taku hanno pensato bene di farmi una sorpresa e portarmi al nuovo mercato del pesce della città lo Toyosu Fish Market, é stato aperto solo l’11 Ottobre quindi sono stato uno dei primi italiani che ha avuto il privilegio di entrarci. Ma non come normale cliente, ma come Chef special guest del ristorante di Ari. Quindi abbiamo avuto la possibilità di girare anche nella zona dove i turisti non possono entrare. Lo sapete che io adoro questi privilegi, quindi ero emozionato come un bambino a Natale.

Ari è venuto a prenderci vicino alla stazione con la macchina.

Così ci ha portati a fare tutto il giro del mercato.

Una cosa impressionante, se già il vecchio Tsukiji Market era il mercato del pesce più grande del mondo, questo lo è ancora di più, super moderno, super pulito e con tanti negozi ai piani superiori per i normali acquirenti o turisti.

Finito il giro parcheggiamo e ci mettiamo subito all’opera nel far la spesa per il ristorante.

Ci sono delle zone enormi che sono refrigerate, altre invece con delle vasche dove si può selezionare il pesce ancora vivo. L’impianto è mastodontico, è un continuo via vai di carrelli, che spostano bancali dai magazzini frigorifero ai camion che trasportano il pesce in tutto il paese.

Poi siamo passati alla zona dove ci sono centinaia di stand dove è possibile prendere qualsiasi cosa, dal pesce intero di ogni misura e taglia alle varie parti che lo compongono, perfettamente pulite e ordinate sui tavoli. Una quantità impressionante di scelta e prezzi.

Nei piani superiori ci sono negozi vari e ristoranti.

Qui si può venire a fare la spesa, pranzare e portarsi a casa dei prodotti freschissimi. Per finire il giro siamo tornati nella zona addetti ai lavori per recuperare la spesa che nel frattempo ci avevano imballato in contenitori termici, caricati poi sul classico carrello elettrico ormai diventato simbolo di questo mercato, dove poi siamo saliti anche noi. Facendomi così provare anche l’ebrezza di viaggiare su questo strano mezzo di trasporto, che tra l’altro il conducente faceva andare a una velocita assurda.

Vista L’immensa fatica di girare questo posto enorme. Abbiamo pensato bene di rifocillarci con un aperitivo fatto al vecchio mercato del pesce, che mantiene ancora un fascino tutto suo. Ci siamo fatti un sakè, granchietti e ostriche giganti…

Non avevo mai provato un ostrica gigante, è un esperienza mistica…

La giornata non poteva concludersi che al ristorante di Ari, dove abbiamo goduto delle prelibatezze acquistate la mattina. Pensate, Ari va tutti i giorni al mercato, sceglie e compra solo quello che gli serve per la sera, nulla di più. Anche per questo lo rispetto molto come Chef, la sua passione è grandiosa.

Come dessert pane all’uvetta, uva sultanina e ZOLA….la morte sua…e commozione mia…Per dover salutare ancora questi fantastici amici.

Che per salutarmi, oltre che organizzare la cena, sono andati a comprarmi il coltello da cucina Santoku che puntavo da tempo. Bellissimo!! 45 strati di acciaio damascato. Come l’ho preso in mano si è presentato facendomi un taglietto. Così è amore! Questo gesto mi ha veramente commosso, oltre il valore dell’oggetto, c’è anche la sensibilità e gentilezza di questi ragazzi. Lo porterò con me in viaggio e lo userò ogni volta che cucino. Grazie mille!!!

Cosa mi è piaciuto di più del Giappone?

Da poco sono tornato e già un po’ sento la mancanza del Giappone, sopratutto di Tokyo. Strano detto da me che non amo molto le città. Senza dubbio, vissuto da turista è un paese fantastico, dalle mille facce e sapori. Pochi posti al mondo mi hanno fatto venire voglia di tornarci, piuttosto che visitare un posto nuovo; complici anche le amicizie che ho instaurato laggiù. Una di queste verrà in Italia a settembre ed insieme noleggeremo un camper per girare in giro. Se tutto si incastrerà poi tornerò a Tokyo per l’autunno, così mi vedo anche i colori delle piante prima che cadano le foglie. Nessun posto in Asia mi è mai piaciuto così tanto, nemmeno l’Indonesia e la Tailandia. Ha un piccolo difetto però. La vita in Giappone costa molto per starci lunghi periodi rispetto alla maggior parte degli altri paesi asiatici, ma comunque una visita almeno una volta nella vita consiglio di farla a tutti.

Quando mi chiedono cosa mi è piaciuto del Giappone non so rispondere, perchè tutto quello che ho visto, fatto e assaggiato mi è piaciuto. Mi piace dire che è un paese Zen. Nel senso che anche se non sono tutti buddisti quel tipo di filosofia religiosa si vede, si mangia e si respira. Sfido chiunque a visitare una qualsiasi altra città del mondo di 14 milioni di abitanti e non stressarsi nemmeno un po’, anzi, tornarne rilassato.

Tanto per farvi un esempio: ero in giro con il bus per Kyoto e ho fatto un errore imperdonabile. Ho dimenticato il cellulare sul sedile. Essendo che quando viaggio l’unica mia preoccupazione è quella di controllare spesso, di non aver perso tre cose. Il passaporto, il portafoglio e il cellulare. Me ne sono accorto subito. Purtroppo non abbastanza, il bus era già bello che lontano. Ho pensato: “che pirla che sono, posso dirgli addio!” Poi per curiosità più che per speranza, sono andato all’ufficio informazioni con le orecchie d’asino e ho riferito l’accaduto ad una simpatica ragazza. Da bravo italiano mi aspettavo una sorrisino beffardo e una risposta del tipo: “mi spiace non possiamo farci nulla!” Invece mi ha chiesto informazioni riguardanti il modello il colore del telefono e il numero e la direzione del bus mentre compilava un modulo, chiedendomi poi di ripassare dopo dieci minuti. Va bè, per farla breve, dopo meno di un ora dallo smarrimento il telefono era di nuovo in mio possesso. Questo fatto di certo, ha contribuito in buona dose a far si che il mio rispetto per questo popolo sia assoluto.  Ho scoperto poi che ogni ente pubblico ha un ufficio oggetti smarriti, dove tutto viene catalogato e tenuto da conto. Fantastico no?

A perte l’aneddoto del telefono, ci si sente al sicuro per strada e a qualsiasi ora, sono talmente poco abituati alla criminalità che per strada a parte i controllori del traffico, ho visto due macchine della polizia e nessun militare.

Che dire Amo il Giappone e consiglio di andarci. Ho montato un filmato con tutti i video e le foto che ho fatto se vi va di vederlo basta cliccare qui.

Kyoto

Eccoci a Kyoto. Per lo spostamento ho provato finalmente la famigerata rete di treni proiettile Shinkansen.

Ho scoperto che in Giappone è dal 1964 che questi treni vengono usati; il progetto risale agli anni antecedenti alla seconda guerra mondiale, dove avevano treni a vapore che potevano già correre a 200 km orari, la sconfitta in guerra e il conseguente crollo economico hanno ritardato il progetto di oltre trent’anni. Comunque il Giappone è stato il primo stato al mondo a progettare e costruire treni ad alta velocità. I suoi treni possono arrivare a 443 Km/h in condizioni di servizio. Attualmente dall’inaugurazione circa 54 anni fa, la rete ferroviaria Shinkansen ha fatto viaggiare più di 5 miliardi di persone e con i continui miglioramenti dei treni sono, riusciti ad arrivare a percorrere la linea Tokyo-Osaka, lunga 514 Km in 2 ore e 25 minuti.

I treni sono abbastanza comodi, c’è molto spazio per le gambe e a differenza dei nostri treni veloci, sono molto più puliti e in ordine. Non sono riuscito a trovare degli sconti sui biglietti però, la tratta che ho percorso senza prenotazione da Tokyo a Kyoto (476 km) mi è costata 13800 Yen (104€), i nostri treni possono essere più economici ma in quanto a puntualità non c’è paragone.

Tra metropolitana e treni la puntualità di questo paese è leggendaria. Solo una volta ho preso un treno che era in ritardo. Veniva segnalato un ritardo di ben 2 minuti e quello è stato. La voce dagli altoparlanti estremamente contrita, continuava a scusarsi per il disagio causato. Evito di fare battute o confronti sulla puntualità dei treni in Italia!

Ma torniamo a Kyoto.

E’ una città che a confronto di Tokyo è dieci volte più piccola parlando di popolazione, anche se a prima vista non sembrerebbe, viste le dimensioni della stazione ferroviaria. La cosa che subito ho notato sono le sole due linee della metropolitana e la necessità di utilizzare la rete degli autobus e dei treni per spostarsi, il che rende gli spostamenti decisamente più lenti. Come ci si poteva aspettare la quantità di punti di interesse è minore, ma nonostante questo la distanza fra questi punti è spesso notevole. Succede allora che per spostarsi da un punto all’altro occorra prendere treni, metro e bus solo per andare a vedere un tempio, impiegando una grande quantità di tempo. Il risultato è che in una settimana ho camminato meno che a Tokyo ma ho anche visto meno attrazioni. La sensazione che si ha quando si sta a Kyoto, è di vivere in una città un po’ meno moderna della capitale. Meno palazzi, meno infrastrutture e più edifici tradizionali. Ci sono molti parchi e un po’ meno ristoranti, ma gironzolando si possono trovare delle viuzze con locali microscopici uno accanto all’altro, dove si può bere mangiare e fare Karaoke.

Con all’interno magari delle anziane e microscopiche signore, disposte ad offrirti cose insolite da mangiare. Questi locali per lo più sono frequentati da giapponesi ma la cosa interessante è proprio questa.

Per tutto il tempo che sono stato a Kyoto faceva freddo e spesso pioveva, essendo primavera ci sta, ma le foto purtroppo hanno risentito della luce piatta e soffusa offerta dal clima uggioso.

Gion

Una delle prime cose che ho voluto vedere in questa città è la famosa zona delle Geisha, chiamata col nome Gion“. Appena arrivato, ho avuto la fortuna di trovarne subito tre che posavano per i turisti.

Ho sempre trovato estremamente affascinanti i loro kimono caratteristici e le loro movenze composte ed estremamente fini. Non per nulla la definizione Geisha in giapponese significa donna d’arte. Spesso però nell’immaginario collettivo occidentale vengono confuse o scambiate per figure preposte a soddisfare sessualmente clientela maschile. In Giappone tengono a sottolineare che le Geisha sono nate come figure di intrattenimento si, ma lo facevano e lo fanno con danze, balli, musica e battute di spirito.

Tutta la zona è molto caratteristica, ci sono stato anche di giorno, ma nelle ore notturne ha un fascino unico. Non è così facile trovare per strada delle Geisha, piuttosto è frequente incontrare donne e ragazze vestite di tutto punto in presenza di loro compagni, altrettanto agghindati, intenti a farsi fotografare.

Sono poi riuscito a partecipare ad uno spettacolo in teatro, dal nome Miyako Odori organizzato per il solo mese di Aprile. In questo spettacolo erano presenti una cinquantina di Geisha, alcune suonavano degli strumenti tradizionali, altre cantavano e recitavano come voce fuori campo, mentre la maggioranza delle restanti Geisha recitavano e ballavano in uno spettacolo di circa un’ora, nella rappresentazione di una storia che raccontava il susseguirsi delle quattro stagioni. Fin dal primo momento, lo stupore nel vedere tanti colori, suoni, uniti alla perfezione e il sincronismo dei movimenti delle molte figuranti mi ha profondamente emozionato. Tutto, come anche le coreografie, gli abiti e la maestria nei giochi di luce, hanno fatto si che venissi trasportato per tutto il tempo, in un epoca lontana dalla nostra, come partecipando, allo spettacolo che poteva trovarsi di fronte un nobile Shogun dell’epoca Edo. Sono stato varie volte a teatro, ma mai come questa volta, il coinvolgimento e l’emozione mi hanno così colpito.

Una Geisha prima di essere definita tale deve studiare intensamente le arti del canto della musica, del ballo e della recitazione per non meno di sette anni. Questo fa si che la loro bravura e perfezione nel muoversi e recitare siano qualcosa di unico.

Solo la veduta di questo spettacolo è valso il viaggio fino a qui.

Kyoto Era la capitale prima che lo diventasse Tokyo, quindi anche qui esiste un palazzo imperiale, purtroppo visibile solo dall’esterno, come quello della capitale odierna, quindi ho potuto solo scorgere le sontuose costruzioni dove una volta risiedeva l’imperatore.

all’interno di questo enorme parco la possibilità di visitare una casa tradizionale con le classiche porte in carta di riso e i pavimenti in tatami.

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All’esterno un giardino tradizionale con un laghetto e alcuni aironi a impreziosire la già magnifica immagine.

Ammetto che sono di parte ma trovo adorabili queste costruzioni, risvegliano in me le fantasie fatte con moltissimi film e Manga guardati in televisione.

Arashiyama

Molto in periferia, esiste una foresta di soli bambù, di nome Arashiyama, visitarla era obbligatorio così dopo un paio di treni e un Bus ho raggiunto la meta. Prima di arrivare alla foresta, lungo il percorso si trova un tempio buddista di nome Tenryu-Ji, entratovi per curiosità, con grande sorpresa ho constatato di aver potuto vedere uno dei templi con giardino più belli che abbia mai visto fino ad ora. Non è enorme, ma proprio per questo è molto concentrato. Il giardino era in piena fioritura, l’immancabile laghetto pieno di carpe e le strutture perfettamente mantenute con la possibilità di entrarvi a piedi scalzi, fanno si che sia un’altro posto che mi è rimasto nel Cuore. Si sa poi le cose quando capitano inaspettatamente sono sempre più gradite.

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Finito il giro in questo stupendo tempio mi sono diretto verso la foresta di bambù. Anche qui la magia della natura ha lasciato il segno, negli occhi e nel Cuore di chi sta imparando ad amare sempre più questo paese dalle mille sfaccettature.

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Era una giornata ventosa, trovato un angolo nascosto ai tantissimi turisti, ho potuto godere in silenzio del fruscio delle migliaia di alberi di bambù, che tutti insieme offrono una sinfonia estremamente rilassante, scandita ritmicamente, dai tronchi che urtando fra di loro producendo un bel suono caratteristico. Senza accorgermi ho trascorso più di un ora in quell’angolo fuori dal tempo.

 

Enryaku-ji

Sono stato poi a visitare il tempio Enryaku-ji, più che altro per il fatto che per raggiungerlo avrei dovuto prendere la funicolare più lunga del Giappone, di nome Sakamoto cable 2025m in mezzo ad una rigogliosissima foresta.

Il parco del tempio Enryaku-ji è molto ampio e comprende diversi templi. ma non c’è nulla di estremamente spettacolare da segnalare.

La cosa divertente è stata passeggiare fino a scollinare sul versante opposto della montagna, dove ha cominciato addirittura a nevicare e scendere con la funivia per poi prendere il treno che mi riportava a Kyoto

Yasaka

Un tempio Invece che è uno dei più antichi e visitati del Giappone è quello di Yasaka molto bello e interessante, essendo uno dei pochi che chiude alle 21 invece che le canoniche 16:30 ho atteso che scendesse il buio per poter vedere com’era con le illuminazioni.

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L’effetto era molto suggestivo, mi sono trattenuto a lungo, l’atmosfera era molto piacevole. Il suono del gong che periodicamente qualcuno colpiva prima di pregare faceva eco tra i monti facendo diventare tutto molto Zen.

Kinkaku-ji

Per ultimo mi sono lasciato il tempio più famoso che è anche simbolo della città di Kyoto, il tempio di Kinkaku-ji. Questo tempio è famoso perché a parte il piano terra è completamente rivestito di foglie d’oro zecchino ed il suo effetto nel vederlo lo fa. Orde di turisti ammassati a fare foto con qualche vigile a dirigere il fiume di persone rendevano un po’ meno affascinate l’ambiente ma un paio di foto senza teste tagliate o faccioni sconosciuti sono riuscito a farle. Per fortuna gli asiatici sono notoriamente più bassi della media europea.

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Kyoto Mi è piaciuta, anche se più impegnativa da girare. Sicuramente non ho visto tutti i templi e i musei che potevo visitare ma uno non me lo sono voluto perdere, Il:

 

Kyoto Museum of Traditional Crafts

Purtroppo non si potevano fare foto. C’erano varie postazioni che descrivevano il tipo di lavoro e come veniva o viene ancora fatto dagli artigiani specializzati in differenti arti. Sapevo che i giapponesi sono precisi, minuziosi e mirano alla perfezione. Ma dopo che ho visto certi lavori sono rimasto a bocca aperta. ogni cosa che guardavo, dal ricamo fatto su tessuto, alla maschera per serigrafare i disegni sui kimono, alla scodella decorata al cestino di paglia per me era una sfida, cercare di trovavi dei difetti. Era veramente difficile trovare delle imperfezioni di qualsiasi tipo. La precisione e la bravura che questo popolo riesce a raggiungere ha dell’incredibile. Sono felice di essere venuto a visitare Kyoto. Peccato che qui i ciliegi sono sfioriti appena sono arrivato, sicuramente avrebbero contribuito ad abbellire l’atmosfera. Ora ritorno a Tokyo perché mi è piaciuta molto è ho in sospeso un po’ di cose da fare.

Ciao

Tokyo

La prima settimana è finita.

Nonostante i miei 108Km percorsi solo a piedi e tutti i giri in metropolitana e treno che sono riuscito a fare in questa settimana. Per conosce questa città e girarla tutta, ci vorrebbe un’anno. Non sembra però una città di quasi 14 milioni di abitanti. Quando si cammina per le strade, si notano un sacco di passanti e di macchine, le strade sono quasi sempre a 4 corsie, il traffico non è mai congestionato nemmeno durante le ore di punta. Vi è una sorta di ordine intrinseco nel Giappone e nei giapponesi. Tutto funziona ed è efficiente, pulito, preciso. La cosa che mi stupisce di più è il rumore. Nonostante il traffico e la quantità impressionante di persone che si sposta a piedi, per essere una metropoli così grande il rumore di fondo è molto basso.

Si nota la ricchezza di questa città ad ogni incrocio, dal semaforo che ti dice quando diventerà verde, al signore con pettorina e spadina “laser” rossa, che regola il traffico pedonale, al signore che con una lunga pinzetta raccoglie i pochi residui di sporcizia sui marciapiedi. Per strada non è educato fumare, allora ci sono delle aree dedicate, sia lungo i marciapiedi che nei locali. Una cosa che non mi spiego è la pulizia dei marciapiedi, nonostante i posa ceneri e i cestini della pattumiera siano quasi introvabili.

Non amo le città l’ho già scritto, ma Tokyo è diversa da tutte le metropoli che ho girato fino ad ora. una volta rotto il ghiaccio con Bus, Metro e treni puoi spostarti da un capo all’altro della citta senza problemi e con tempi ridottissimi.

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Quello che adoro di Tokyo, sono i continui contrasti, tra il supermoderno e il tradizionale.

Tra la natura e i palazzi……

Ovunque sparsi per la città ci sono centinaia di parchi, piccoli e grandi. Ai giapponesi piace camminare in mezzo alla natura della quale hanno molto rispetto.

Ci sono anche molti animali nei parchi, che vengono lasciati tranquilli alla loro vita.

Ma anche molti templi e musei, che raccontano questo popolo così particolare. Come altri musei che spiegato tecnologie complicate alla massa.

Sono amanti del cibo e lo cucinano con gusto e passione. Adoro la loro cucina.

poi la sera tutto diventa colorato dalle numerosissime insegne luminose.

Alcuni parchi rimangono aperti la sera e la gente si raccoglie quì a far festa e pic-nic, godendo dello spettacolo della natura.

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Pur essendo una grande città si vive bene quì, è molto costosa ma come in tutte le città se si va nei posti giusti si può cenare con meno di 10€.

Mi piace! Sono contento di essere venuto a visitarla.

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Hanno costruito una statua della liberta alta 10 metri sulle isole artificiali di Koto, sono rimasto molto colpito quando l’ho vista. Mi sono chiesto se a casa mia avrei messo qualcosa di così rappresentativo di una nazione che ha usato contro di me la bomba atomica….Ma forse è proprio per questo che l’hanno messa…

Cercando di cogliere il particolare……

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E’ un paese molto affascinante. Ci tornerò sicuramente, cosa che difficilmente faccio.

Ora mi trasferisco a Kyoto una città dieci volte meno abitata e vediamo un po’ come si sta laggiù.

Ciao