Cammino di Santiago

Sono stato via un po’!   In totale 42 giorni, ho camminato per più di 820km fatto 1155000 passi, dormito in 35 letti diversi, consumato un paio di scarpe e visitato un numero infinito di chiese, dalle cattedrali alle chiesette di paese ma partiamo dall’inizio…..

Ho preso un volo da Milano verso Pamplona, da li dopo due giorni fermo ad aspettare lo zaino che mi avevano perso allo scalo di Madrid, ho preso un bus per San Gian Pied de Port, località in Francia al di la dei Pirenei e inizio del cammino Francese che porta a Santiago de Compostela. Passata la notte in questo paesino medievale molto carino, all’alba ho mosso i miei primi passi di questa nuova avventura in direzione Roncisvalle 27 km.

Ho sempre un po’ snobbato questo cammino, mi ha sempre dato l’idea di qualcosa di poco spirituale e molto turistico.

Si parla di 250000 pellegrini l’anno, Media che si alza di anno in anno.

Ma ho voluto ugualmente provare, con l’idea che sarei partito, decidendo di giorno in giorno le tappe e se valeva la pena continuare.

Attraversare i Pirenei, tra boschi, sali scendi, fango, freddo e pioggia è stato parecchio interessante; non molta gente come pensavo, ma tanta natura e quiete. Queste prime tre tappe, circa 70 km, che dalla Francia attraversando i Pirenei ed entrando in Navarra fino alla sua capitale Pamplona, sono state uno dei più bei tratti di tutto il cammino anche se molto toste. Pamplona tra l’altro è anche una bella città, molto antica, nata nel 75 a.C., così mi sono preso un giorno di pausa per visitarla, ed avere il tempo di trarre le mie prime conclusioni.

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Sono partito con lo zaino pesante, 13 kg compresa l’acqua, al posto dei 9/10 che avrei dovuto portare. Essendo ancora in primavera e dovendo attraversare i pirenei, ho dovuto attrezzarmi con qualche indumento in più, perchè ha fatto freddo e ha piovuto tutti i giorni per una buona parte del cammino.

La prima settimana è stata quella più dura. Il fisico si deve abituare, la difficoltà non è camminare per 30 km, ma sta nel fatto che lo devi fare per un mese di fila tutti i giorni. Ogniuno poi deve trovare il suo ritmo, la sua andatura e la distanza massima che può percorrere quotidianamente per più di 30 giorni. Per quanto mi riguarda, riuscivo a percorrere in media 26 km al giorno, dopo i 30 avrei cominciato a vedere Santa Maria Maddalena e tutti gli Arcangeli.

Ovviamente poi dipende anche dal tipo di percorso, dal dislivello e dalle temperature. Ci sono tappe che hanno 1000m positivi di dislivello e magari poi si scende per altri 7-800 metri, come ce ne sono delle altre che quasi si viaggia in pianura. La guida che utilizzavo inizialmente è italiana. Spiega molto bene i punti storici e di interesse lungo il percorso.

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Ma per i miei gusti ha tappe troppo lunghe o troppo corte. Così ho coadiuvato la guida con un applicazione che si chiama: Camino pilgrim-frances unnamed si può settare sulla quantità di giorni che si desidera duri il cammino, da 30 a 34. Questo varia la lunghezza delle tappe. Comunque il bello del Santiago è che ha talmente tanti punti di accoglienza che ti permette di allungare o accorciare le tappe in base alle esigenze o alle possibilità del momento.

Da Roncisvalle:

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Camminare per 25/30 km per alcuni sembra impossibile ma è tutta questione di attrezzatura e del sapersi ascoltare. Ho visto praticamente ad ogni tappa molta gente che si forava le vesciche con ago e filo per lasciarle drenare. Piedi massacrati da scarpe troppo dure o strette anche se di marca; oppure gente con infradito o sandali. Non esistono regole precise, tranne che il piede deve stare comodo e pulito. Usavo ungere i piedi con vaselina la mattina, usavo calze anti vescica e scarponcini appositamente costruiti per traking di lunga durata. Se la tappa era lunga a metà strada rifacevo l’operazione cambiando le calze. In tutto il percorso ho sofferto solo per una vescica al mignolo destro, (mi è andata bene) causata da una tappa tutta su asfalto e sotto il sole. Ho risolto utilizzando sandali aperti quando faceva eccessivamente caldo. La sofferenza è parte del cammino ma ho visto persone patire pene indescrivibili pur di continuare…credo che alcuni questo cammino lo prendano erroneamente come una via Crucis….ma ci sta anche questo, magari devono espiare qualcosa 😀

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Si incontrano veramente tanti pellegrini sul cammino. Ma la maggior parte, sopratutto chi va da solo come me, mentre cammina preferisce star in solitudine. Poi la sera ci si ritrova negli ostelli e si fa inevitabilmente amicizia.

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Immaginatevi più di 30 giorni di fatica, dolore, natura, panorami bellissimi, chiese paesaggi e ponti medievali, città e paesi con una storia secolare, il tutto condito da montagne di introspezione. Non è per tutti. E’ per chi ha bisogno e voglia di guardarsi dentro, è un immenso regalo che ci si fa, per darsi la possibilità di ascoltare ed ascoltarsi. Al giorno d’oggi tra lo stress gli impegni e il caos delle città non si ha mai il tempo e la possibilità di staccare seriamente. Il cammino ti da la possibilità di farlo. Sei solo tu il tuo zaino e la tua testa.

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I primi dieci giorni ho avuto il cervello a mò di centrifuga come è solito essere, poi ha cominciato a governare il silenzio. Mi sembrava incredibile riuscire a riprovare questa sensazione. Come quando ho fatto il Cammino di San Francesco in Italia. La testa era vuota e completamente in silenzio, non so per voi ma per me è qualcosa di unico ed estremamente piacevole non avere pensieri di nessun tipo. Tutto si era ridotto a sensazioni, odori, colori e suoni. La medicina di madre Terra è qualcosa di magico.

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Mi alzavo all’alba, compivo il rituale della vestizione, ringraziavo per la possibilità di vivere anche questa giornata e partivo.

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Camminavo per ore con l’unico scopo di essere presente a me stesso, un passo dopo l’altro. I dolori alle ginocchia, alle caviglie e alle anche, davano una mano a stare nel momento presente, nel quì e adesso. Lo sforzo e il respiro, davano il ritmo al passo. Alcune volte mi accorgevo che in salita accelleravo e spesso andavo più forte che in pianura. Non so perchè, son fatto strano…

Molto spesso sui campanili delle chiese si potevano vedere le cicogne appollaiate sul loro nido mentre emettevano quel particolare suono che fanno sbattendo il becco.

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A volte pioveva tutto il giorno ininterrotamente, altre prima pioveva poi usciva il sole ed era un continuo cambiarsi, togliere e mettere cose nello zaino e spalmare crema solare.

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Per non avere freddo camminavo a ritmo sostenuto fino a che non arrivavo e mi facevo una doccia bollente. Si perchè a volte la mattina pur essendo Maggio/Giugno c’erano 6 gradi che diventavano poi 27/30 durante la giornata se non pioveva e in base all’altitudine. Parlando coi locali ho scoperto essere un anno insolitamente freddo.

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Le giornate passavano in fretta, i chilometri scorrevano uno dopo l’altro senza troppa fatica e nel profondo una rilassata gioia di esistere, che si manifestava con un perenne sorriso di gioia.

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I paesaggi si susseguivano come in un perenne e lento slow motion, i pensieri quando c’erano spesso erano di gratutudine, verso l’universo e i suoi innumerevoli doni.

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Capitava che dopo ore di cammino in mezzo alla natura poi mi ritrovavo nel frastuono del traffico di città. La cosa era piùttosto fastidiosa, anche se poi la maggior parte delle volte erano città molto belle. come Burgos.

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o Leon

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In quelle più interessanti mi fermavo un giorno per visitarle per bene.

Devo dire che sono tenute molto bene, pulite e in ordine. Pensavo di mangiare meglio però. Sono abituato alla cucina del sud della Spagna e sono rimasto un po’ deluso di quella del nord, a parte la carne che è spettacolare e il famoso polipo alla galiziana. Il resto non mi ha entusiasmato molto.

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Ecco….adesso vi chiederete cosa ci fa un pellegrino in uno dei migliori ristoranti (secondo tripadvisor) di Leon….  Come viaggiatore ritengo fondamentale per approfondire la conoscenza dei luoghi che visito partendo dall’accoglienza. Quindi ogni tanto mi sacrificavo e al posto di cucinare nell’ostello uscivo a testare i ristoranti del posto.:-D

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La mia pancia è molto esigente sapete?…..e poi chi più di uno che fa 26 km al giorno va nutrito come si deve? Spesso si trovavano lungo il tragitto punti di accoglienza messi li dai privati del posto, che offrivano chi più chi meno uno svariato numero di pietanze, chiedendo poi in cambio un offerta.

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Dopo I pirenei il tratto che più mi è piaciuto è stato quello delle Mesetas, un altopiano dove intorno per chilometri avevi solo campi fino all’orizzonte.

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Però! Rileggendo quello che ho scritto fino ad ora, mi verrebbe voglia di rifarlo. Purtroppo però amo essere sincero, quindi snocciolerò senza pietà tutto quello che sul cammino di Santiago non mi è piaciuto. Per esempio lo sapevate che il 40% del percorso è su asfalto? e che si cammina a volte in fianco a strade statali piene di camion? Per fortuna la maggior parte dell’asfalto che ho camminato era su strade con poco traffico. C’erto non mi illudevo di camminare per 800km in mezzo alle foreste ma pensavo che il percorso fosse molto più immerso nella natura. Invece spesso e volentieri i percorcorsi venivano deviati verso bar o ostelli allungando il percorso. Man mano che si arriva verso Santiago i pellegrini aumentano di numero, per il fatto che non tutti possono permettersi un mese di ferie. Da Leon in poi i pellegrini cominciano a diventare veramente tanti fino a che non si raggiunge il paletto dei 100 km all’arrivo.

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Da li comincia il delirio. Praticamente si va in processione fino a Santiago, seguendo un fiume di gente.

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L’ente che si occupa del cammino ha stabilito che si può ricevere la compostela, (documento che rilasciano alla fine del pellegrinaggio, è il documento nella parte superiore della foto sottostante) anche se si percorrono gli ultimi 100km, basta fare almeno 2 timbri al giorno sulla credenziale, (documento che serve per usufruire delle convenzioni e gli sconti sul percorso come pellegrini, (quello in basso nella foto quì sotto) la quale va timbrata a dimostrazione del percorso fatto.

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Questa cosa che a parere mio è stata fatta per far cassa e numero, crea notevoli disagi e secondo me sminuisce di molto il valore e il significato di questo cammino spirituale. All’ufficio dove viene consegnata la compostela hanno avuto da dire perchè anch’io che ho fatto tutto il percorso Francese avrei dovuto far timbrare la credenziale 2 volte al giorno negli ultimi 100km, cosa che secondo me non ha senso. Dopo che mi ero fatto un’ora di coda la mia rispodta è stata: “Tienitela!” La risposta ricevuta è stata: “dai per questa volta te la do lo stesso! con soli 4 € ti posso far fare il documento che certifica effettivamente il chilometraggio percorso e con altri 2€ c’è il tubo in cartone per non rovinare i documenti…. Le ultime tre tappe e quest’ultima situazione mi avevano riportato definitivamente nel mondo normale, la magia del cammino si è interrotta nel fiume di gente che anticipava l’ingresso alla cattedrale.

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Purtroppo la sera stessa del mio arrivo a Santiago, sono finito in ospedale per una congestione :-D. Questo non mi ha permesso di godere della messa con il supergigantesco turibolo da 1,5 metri di diametro, che fanno svolazzare dentro la cattedrale di San Giacomo di Compostela e della cena che avrei fatto con i vari amici conosciuti sul cammino.    Peccato :-(.

Ad ogni modo, tirando le somme potrei dire che, come la naja il cammino si fa piangendo e si ricorda ridendo!

No dai scherzo, è stata una bella esperienza, come avrete capito il mio modo di essere spirituale non è andando a messa a far la comunione, preferisco andarci per meditare quando non c’è nessuno e così anche per tutto il percorso mentre camminavo. Forse per questo mal sopporto che ci sia troppa gente a interrompere la pace e il silenzio di molti luoghi immersi nella natura. Non è un percorso che rifarei visto il numero di cammini che ci sono in Europa.

Ho appreso che è meglio evitare il periodo estivo durante la chiusura delle scuole, perchè ho visto gruppi di 2-3000 ragazzini che con la musica a palla e il rosario in mano camminavano da Leon a Santiago cantando in coro canzoni da oratorio.

Lo vedo un cammino per chi vuole provare per la prima volta l’esperienza di essere un pellegrino, è molto organizzato e sicuro, non servono spiccate doti fisiche o capacità particolari. E’ ottimo per chi vuole andare solo, perchè c’è sempre qualcuno sul percorso che eventualmente ti può dare una mano, sopratutto ho visto molte donne sole, inoltre ho visto spesso le forze dell’ordine andare avanti e indietro sul percorso per fornire aiuto o informazioni ai pellegrini.

Sicuramente una bella esperienza, che permette di stare in mezzo alla natura, conoscere molte persone, se stessi e volendo anche un pezzo di storia.

Ora non resta che aspettare di vedere quale altro cammino l’universo mi porterà!

E’ un esperienza che consiglio di fare, moltissime persone che ho conosciuto sperano di trovare risposte alle domande più importanti in questo percorso e molti ci riescono…

Ciao alla prossima

LP

6 pensieri riguardo “Cammino di Santiago

  1. Ti ammiro, ho sempre desiderato fare il cammino…hai dato informazioni preziose. Mi dispiace per la congestione, ma lo spirito del Cammino l’hai vissuto a pieno lo stesso. Chissà un giorno forse potrò anch’io. Grazie

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  2. Reading the story again makes me want to set out on another camino. May the Via de la Plata or the camino that leads to the Pirennes, starting in Geneva. Perhaps this year. Take care in NZ and we wait for photos and stories. Greetings from Marbella. Brandon

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