Da poco sono tornato e già un po’ sento la mancanza del Giappone, sopratutto di Tokyo. Strano detto da me che non amo molto le città. Senza dubbio, vissuto da turista è un paese fantastico, dalle mille facce e sapori. Pochi posti al mondo mi hanno fatto venire voglia di tornarci, piuttosto che visitare un posto nuovo; complici anche le amicizie che ho instaurato laggiù. Una di queste verrà in Italia a settembre ed insieme noleggeremo un camper per girare in giro. Se tutto si incastrerà poi tornerò a Tokyo per l’autunno, così mi vedo anche i colori delle piante prima che cadano le foglie. Nessun posto in Asia mi è mai piaciuto così tanto, nemmeno l’Indonesia e la Tailandia. Ha un piccolo difetto però. La vita in Giappone costa molto per starci lunghi periodi rispetto alla maggior parte degli altri paesi asiatici, ma comunque una visita almeno una volta nella vita consiglio di farla a tutti.
Quando mi chiedono cosa mi è piaciuto del Giappone non so rispondere, perchè tutto quello che ho visto, fatto e assaggiato mi è piaciuto. Mi piace dire che è un paese Zen. Nel senso che anche se non sono tutti buddisti quel tipo di filosofia religiosa si vede, si mangia e si respira. Sfido chiunque a visitare una qualsiasi altra città del mondo di 14 milioni di abitanti e non stressarsi nemmeno un po’, anzi, tornarne rilassato.
Tanto per farvi un esempio: ero in giro con il bus per Kyoto e ho fatto un errore imperdonabile. Ho dimenticato il cellulare sul sedile. Essendo che quando viaggio l’unica mia preoccupazione è quella di controllare spesso, di non aver perso tre cose. Il passaporto, il portafoglio e il cellulare. Me ne sono accorto subito. Purtroppo non abbastanza, il bus era già bello che lontano. Ho pensato: “che pirla che sono, posso dirgli addio!” Poi per curiosità più che per speranza, sono andato all’ufficio informazioni con le orecchie d’asino e ho riferito l’accaduto ad una simpatica ragazza. Da bravo italiano mi aspettavo una sorrisino beffardo e una risposta del tipo: “mi spiace non possiamo farci nulla!” Invece mi ha chiesto informazioni riguardanti il modello il colore del telefono e il numero e la direzione del bus mentre compilava un modulo, chiedendomi poi di ripassare dopo dieci minuti. Va bè, per farla breve, dopo meno di un ora dallo smarrimento il telefono era di nuovo in mio possesso. Questo fatto di certo, ha contribuito in buona dose a far si che il mio rispetto per questo popolo sia assoluto. Ho scoperto poi che ogni ente pubblico ha un ufficio oggetti smarriti, dove tutto viene catalogato e tenuto da conto. Fantastico no?
A perte l’aneddoto del telefono, ci si sente al sicuro per strada e a qualsiasi ora, sono talmente poco abituati alla criminalità che per strada a parte i controllori del traffico, ho visto due macchine della polizia e nessun militare.
Che dire Amo il Giappone e consiglio di andarci. Ho montato un filmato con tutti i video e le foto che ho fatto se vi va di vederlo basta cliccare qui.